Prepara la via

[1 Dicembre]
Meditazione di John Piper

“Ricondurrà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; andrà davanti a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al Signore un popolo ben disposto.” (Luca 1:16-17)


L’Avvento può fare per noi ciò che Giovanni Battista ha fatto per Israele. Non farti trovare impreparato dal Natale. Intendo Spiritualmente impreparato. Le sue gioie e il suo impatto saranno molto più grandi se sarai pronto.

In modo che tu sia pronto

Prima di tutto, medita sul fatto che abbiamo bisogno di un Salvatore. Il Natale è un atto d’accusa prima che diventi un diletto. Non avrà gli effetti intesi fino a quando non sentiamo il bisogno disperato di un Salvatore. Fà in modo che queste brevi meditazioni sull’Avvento possano risvegliare in te un senso dolce-amaro riguardo al bisogno di un Salvatore.

Secondo, impegnati in una seria introspezione. L’Avvento del Natale è come la quaresima per la Pasqua. “Esaminami, o Dio, e conosci il mio cuore. Mettimi alla prova e conosci i miei pensieri. Vedi se c’è in me qualche via iniqua e guidami per la via eterna” (Salmo 139:23). Facciamo in modo che ogni cuore gli prepari una stanza…facendo pulizia in tutta la casa.

Terzo, crea nella tua casa anticipazione, senso di attesa ed emozione attorno alla persona di Dio – specialmente per i bambini. Se tu sei emozionato riguardo a Cristo, anche loro lo saranno. Se renderai il Natale eccitante solo per il suo aspetto materialistico, come potranno i bambini essere assetati di Dio? Usa la tua immaginazione per fare in modo che la meraviglia per l’arrivo del Re sia visibile per i bambini.

Quarto, dimora nella Scrittura, e memorizza dei passi straordinari della Scrittura. Il Signore dice: “La mia parola non è forse come un fuoco?” (Geremia 23:29). Radunatevi attorno a quel fuoco durante il periodo dell’Avvento. Sentite quanto calore emana. E ammirate le scintille della sua grazia. Esso guarisce migliaia di ferite. Ed è vera luce per le notti più buie.

 

La vergogna che trionfa sulla croce

[30 Novembre]
Meditazione di John Piper

Non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote, che entra ogni anno nel luogo santissimo con sangue non suo. In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una volta sola, alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio. (Ebrei 9:25-26)


Non dobbiamo dare per scontato che i peccatori dovrebbero essere i benvenuti in paradiso.

Dio è santo, puro e perfettamente giusto. Tuttavia l’intera storia della Bibbia ci parla di come un Dio così meraviglioso e santo accolga degli sporchi peccatori come me e te alla sua presenza. Come può accadere tutto ciò?

Il versetto 25 dice che il sacrificio di Cristo per il peccato non è stato come i sacrifici dei sommi sacerdoti del popolo d’Israele. Loro entravano nel luogo santo ogni anno con sacrifici di animali per espiare i peccati del popolo. Ma questi versetti dicono che Cristo non è entrato in cielo “per offrire se stesso più volte…In questo caso, egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo.”

Se Cristo avesse seguito lo schema dei sacerdoti, allora sarebbe dovuto morire ogni anno. E dato che i peccati che doveva coprire includevano quelli di Adamo ed Eva, allora Egli avrebbe dovuto iniziare le morti annuali a partire dalla fondazione del mondo. Ma lo scrittore di Ebrei tratta questa argomentazione come impensabile.

Perché è impensabile? Perché renderebbe la morte del Figlio di Dio debole e inefficace. Se deve essere ripetuta anno dopo anno per secoli, dove sarebbe il trionfo? Dove vedremmo il valore infinito del sacrificio del Figlio? Esso svanirebbe nella vergogna di una sofferenza e morte annuali.

C’è stata vergogna nella croce, ma una vergogna trionfante. “Egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2).

Questo è il vangelo della gloria di Cristo, l’immagine di Dio (2 Corinzi 4:4). Prego che tu possa vedere la luce di questa gloria e credere, non importa quanto sporco di peccato tu possa essere.

L’unica cosa capace di ripulire la coscienza

[29 Novembre]
Meditazione di John Piper

Quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì se stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente. (Ebrei 9:14)


Eccoci qui nell’era moderna – l’era di internet, degli smartphones, dei viaggi nello spazio, e dei trapianti di cuore – e il nostro problema è fondamentalmente lo stesso di sempre: le nostre coscienze ci condannano e ci fanno sentire inaccettabili per Dio. Siamo alienati da Dio.

Possiamo provocarci dei tagli, gettare i nostri bambini in un fiume sacro, dare un milione di dollari in beneficienza, servire alla Caritas, oppure compiere mille altre forme di penitenza o di autolesionismo, e il risultato sarà sempre lo stesso: le macchie rimangono e la morte ci terrorizza.

Sappiamo che la nostra coscienza è contaminata – non con cose esteriori come toccare un cadavere, un pannolino sporco o un cosciotto di maiale. Gesù ha detto che è ciò che esce da un uomo che lo contamina, e non ciò che vi entra (Marco 7:15-23). Siamo contaminati da comportamenti come l’orgoglio, l’autocommiserazione, il rancore, il desiderio, l’invidia, la gelosia, la cupidigia, l’apatia e la paura.

L’unica risposta per quest’epoca moderna, così come per tutte le altre epoche, è il sangue di Cristo. Quando la tua coscienza si risveglia e ti condanna, dove volgerai lo sguardo? Ebrei 9:14 ci dà la risposta: rivolgiamoci a Cristo.

Volgiamoci verso il sangue di Cristo. Affidiamoci all’unico agente pulente in tutto l’universo che può darci sollievo nella vita e pace nella morte.

La radice dell’ingratudine

[28 Novembre]
Meditazione di John Piper

Perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato come Dio, né lo hanno ringraziato; ma si sono dati a vani ragionamenti e il loro cuore privo d’intelligenza si è ottenebrato. (Romani 1:21)


Quando la gratitudine nei confronti di Dio fiorisce nel cuore dell’uomo, Egli è magnificato in quanto ricca fonte delle nostre benedizioni. Egli viene riconosciuto come il donatore e benefattore e perciò come glorioso.

Ma quando la gratitudine per la bontà di Dio nei nostri confronti non fiorisce nei nostri cuori, probabilmente significa che non vogliamo dargli i nostri omaggi; non vogliamo magnificarlo come il nostro benefattore.

E c’è un’ottima ragione per la quale gli esseri umani per natura non vogliono glorificare Dio con ringraziamenti ed esaltarlo in quanto loro benefattore. La ragione è che questo sminuisce la loro gloria propria, e tutte le persone, per natura, amano la propria gloria più della gloria di Dio.

Alla radice di tutta l’ingratitudine c’è l’amore per l’importanza e la grandezza di se stessi. Perché una gratitudine genuina ammette che siamo beneficiari di un’eredità non guadagnata. Siamo degli zoppi che si appoggiano alla stampella a forma di croce di Gesù Cristo. Siamo dei paralitici che vivono minuto per minuto grazie al polmone d’acciaio della misericordia di Dio. Siamo come bambini che dormono nella culla del cielo.

L’uomo naturale odia dover pensare a se stesso secondo queste immagini: beneficiario immeritevole, zoppo, paralitico, bambino. Queste immagini lo derubano di tutta la sua gloria e la danno tutta a Dio.

Perciò, se un uomo ama la sua propria gloria, e apprezza la propria autosufficienza, e odia pensare a se stesso come ad un peccatore e ad un disperato, non proverà mai una gratitudine genuina per il vero Dio e perciò non magnificherà mai Dio, ma soltanto se stesso.

“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori” (Marco 2:17).

Gesù non ha niente a che fare con coloro che insistono di stare bene. Egli esige qualcosa importante: che ammettiamo di non essere importanti. Questa è una pessima notizia per l’arrogante, ma sono parole dolci come il miele per coloro che hanno abbandonato la loro farsa dell’autosufficienza e stanno invece ricercando Dio.

Come magnificare Dio

[27 Novembre]
Meditazione di John Piper

Celebrerò il nome di Dio con un canto, lo esalterò con il mio ringraziamento. (Salmo 69:30)


Ci sono due tipi di ingrandimento: con il microscopio e con il telescopio. Il primo fa in modo che qualcosa di piccolissimo possa essere ingrandito. E il secondo fa in modo che qualcosa di enorme inizi a sembrare grande quanto realmente sia.

Quando Davide dice: “esalterò Dio con il mio ringraziamento”, non vuole certo dire: “farò sembrare un Dio piccolo più grande di ciò che Egli è”. Ma intende dire: “farò in modo che un Dio grande inizi a sembrare grande quanto realmente è.”

Non siamo chiamati ad essere microscopi, ma telescopi. I credenti non sono chiamati ad esaltare il proprio prodotto rispetto a tutta la proporzione della realtà, quando sanno che il prodotto dei loro competitori è nettamente superiore. Non c’è niente e nessuno superiore a Dio. E perciò la chiamata di coloro che amano Dio è di fare in modo che la sua grandezza inizi ad apparire grande quanto realmente essa sia.

Il dovere completo di un cristiano può essere riassunto così: senti, pensa e agisci in un modo che rende Dio grande quanto Egli è realmente. Sii un telescopio per il mondo dell’infinita ricchezza stellata per la gloria di Dio.

Questo è ciò che significa per un credente magnificare o esaltare Dio. Ma non puoi magnificare ciò che non hai visto o ciò che dimentichi facilmente.

Perciò, il nostro primo dovere è vedere e ricordare la grandezza e la bontà di Dio. Perciò preghiamo il Signore: “Apri gli occhi del mio cuore”, e predichiamo alle nostre anime: “Anima mia, non dimenticare nessuno dei suoi benefici!”

 

Gesù prega per noi

[26 Novembre]
Meditazione di John Piper

Egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:25)


Questo versetto dice che Cristo può salvare perfettamente – e per sempre – dal momento che vive per intercedere per noi. In altre parole, Egli non potrebbe salvarci per sempre se non intercedesse per noi per sempre.

Ciò significa che la nostra salvezza è sicura quanto il sacerdozio di Cristo sia indistruttibile. Ecco perché abbiamo bisogno di un sommo sacerdote che sia al di sopra di qualsiasi umano. La deità di Cristo assicura il suo indistruttibile sacerdozio per noi.

E questo vuol dire anche che non dovremmo parlare della nostra salvezza in termini statici come spesso facciamo – come se avessimo fatto qualcosa una volta in un atto di decisione. Quello non è tutto.

In questo stesso giorno sono salvato dall’eterna intercessione di Gesù in cielo. Gesù sta pregando per noi e quella è la nostra salvezza.

Siamo salvati eternamente da preghiere eterne (Romani 8:34) e dalla difesa di Cristo in quanto avvocato (1 Giovanni 2:1) in cielo e sommo sacerdote. Egli prega per noi e le sue preghiere vengono risposte perché Egli prega perfettamente sulla base del suo sacrificio perfetto.

Glorificare Dio attraverso il ringraziamento

[25 Novembre]
Meditazione di John Piper

Tutto ciò infatti avviene per voi, affinché la grazia che abbonda per mezzo di un numero maggiore di persone moltiplichi il ringraziamento alla gloria di Dio. (2 Corinzi 4:15)


La gratitudine è gioia nei confronti di Dio per la sua grazia. Ma, proprio per la sua natura, la gratitudine glorifica il donatore. Essa riconosce i suoi stessi bisogni e la beneficienza del donatore.

Nello stesso modo in cui io mi abbasso ed esalto la cameriera in un ristorante quando le dico “Grazie”, mi umilio ed esalto Dio quando provo gratitudine nei suoi confronti. La differenza è che, senza dubbio, sono infinitamente in debito con Dio per la sua grazia, e per qualsiasi cosa Egli fa per me che è gratuita e immeritata.

Ma il punto della gratitudine è che glorifica il donatore. Glorifica Dio. E questo è lo scopo finale di Paolo in tutti i suoi sforzi: per il bene della chiesa – si; ma, soprattutto per la gloria di Dio.

La cosa meravigliosa riguardo il vangelo è che la risposta che richiede da parte nostra per la gloria di Dio è anche la risposta che pensiamo sia la più naturale e gioiosa; ovvero la gratitudine per la grazia ricevuta. La gloria di Dio e la nostra contentezza non sono in competizione.

Una vita che dà gloria a Dio per la sua grazia e una vita di profonda felicità sono sempre la stessa vita. E ciò che le rende una cosa sola è proprio la gratitudine.

Aggrappati alla tua speranza

[24 Novembre]
Meditazione di John Piper

Così Dio, volendo mostrare con maggiore evidenza agli eredi della promessa l’immutabilità del suo proposito, intervenne con un giuramento, affinché mediante due cose immutabili, nelle quali è impossibile che Dio abbia mentito, troviamo una potente consolazione, noi, che abbiamo cercato il nostro rifugio nell’afferrare saldamente la speranza che ci era messa davanti. (Ebrei 6:17-18)


Perché lo scrittore di Ebrei ci incoraggia ad afferrare saldamente la nostra speranza? Se il nostro afferrare è stato ottenuto e reso sicuro irrevocabilmente dal sangue di Cristo, allora perché Dio ci dice di aggrapparci saldamente?

La risposta è questa:

* Ciò che Cristo ha acquistato per noi quando è morto non era la libertà di non doverci aggrappare alla speranza, ma il potere che ci consente di farlo.
* Ciò che Egli ha acquistato non è l’annullamento della nostra volontà, come se non dovessimo aggrapparci, ma il rafforzare le nostre volontà, perché vogliamo afferrare la speranza.
* Ciò che ha comprato con il suo sangue non è la cancellazione di quel comandamento, ma la realizzazione del comandamento di aggrapparci a Lui.
Ciò che ha acquistato non è la fine dell’esortazione, ma il trionfo dell’esortazione.

Egli è morto in modo che potessimo fare esattamente ciò che Paolo ha fatto in Filippesi 3:12: “Proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono stato afferrato da Cristo Gesù.” Non è da pazzi, ma è il vangelo, dire ad un peccatore di fare ciò che solamente Cristo gli dà la capacità di fare, ovvero, sperare in Dio.

Perciò ti esorto con tutto il cuore: afferra e aggrappati saldamente a ciò per cui sei stato afferrato da Cristo, e mantieni la presa con tutta la tua forza.

Quando Dio giura per Dio

[23 Novembre]
Meditazione di John Piper

Siccome non poteva giurare per qualcuno maggiore di lui, giurò per se stesso, dicendo: “Certo, ti benedirò e ti moltiplicherò grandemente.” (Ebrei 6:13-14)


C’è una persona il cui valore, onore, dignità, preziosità, grandezza, bellezza e reputazione è molto più di tutti gli altri valori messi insieme – diecimila volte di più; sto parlando di Dio stesso. Perciò Dio giura per se stesso.

Se fosse potuto andare più in alto, sarebbe andato più in alto. Perché? Per darti un forte incoraggiamento nella tua speranza. Giurando per se stesso Dio vuole dire che non potrà rompere la sua promessa di benedirci, perché altrimenti detesterebbe se stesso.

Dio è il valore più grande nell’universo. Non c’è niente che abbia più valore o che sia più meraviglioso di Dio. Perciò Dio giura per Dio. E facendo ciò dice: “Vorrei che tu avessi la massima fiducia in me.” Se qualcosa di più alto fosse possibile, il versetto 13 dice che Egli ce la darebbe.

Ora, questo è il nostro Dio. Il Dio che sta andando il più in alto possibile per ispirare la tua speranza inamovibile. Perciò vai a Dio per trovare rifugio. Scappa da tutte le speranze superficiali e vane di questo mondo e riponi la tua speranza in Dio. Non c’è niente e nessuno come Dio, in quanto Rifugio e Rocca di speranza.

La chiave per la maturità spirituale

[22 Novembre]
Meditazione di John Piper

Ma il cibo solido è per gli adulti; per quelli, cioè, che per via dell’uso hanno le facoltà esercitate a discernere il bene e il male. (Ebrei 5:14)


Questo versetto è speciale. Non perdere il punto. Perché potrebbe salvarti da anni di vita sprecati.

Questo versetto sta dicendo che se vuoi diventare maturo e capire gli insegnamenti più solidi della Parola, allora il latte prezioso, e ricco di nutrienti delle promesse del vangelo di Dio deve trasformare i tuoi sensi morali – e la tua mente spirituale – in modo che tu possa discernere il bene e il male.

Provo a dirlo anche in un altro modo. Prepararsi a festeggiare su tutta la Parola di Dio non è prima di tutto una sfida intellettuale; ma piuttosto una sfida morale. Se vuoi mangiare il cibo solido della Parola, devi esercitare i tuoi sensi spirituali in modo da sviluppare una mente che possa discernere il bene e il male.

La verità sorprendente è che, se hai difficoltà a comprendere Melchisedec in Genesi o in Ebrei, potrebbe essere perché guardi dei programmi discutibili in TV. Se hai difficoltà con la dottrina dell’elezione, potrebbe essere perché ti affidi ancora a pratiche un po’ losche per quanto riguarda gli affari. Se incespichi sulla centralità di Dio nell’opera di Cristo sulla croce, potrebbe essere per il motivo che ami il denaro e spendi troppo e doni troppo poco.

La strada per la maturità e per il cibo spirituale solido non è prima di tutto diventare una persona intelligente, ma diventare una persona obbediente. Il modo in cui usi l’alcol, il denaro, il sesso, i divertimenti, il cibo e i computers ha molto più a che fare con la tua capacità di prendere del cibo solido di quanto non lo siano la scuola che frequenti o con i libri che leggi.

Questo è davvero importante perché nella nostra società che è così altamente tecnologica siamo inclini a pensare che l’istruzione – specialmente lo sviluppo intellettuale – sia la chiave per la maturità. Ci sono molti professori universitari che soffocano nella loro immaturità spirituale riguardo alle cose di Dio. E ci sono molti santi meno istruiti che sono molto maturi e possono nutrirsi con piacere e trarre vantaggio dalle verità più profonde della Parola di Dio.