Il padrone servitore

[13 Ottobre]
Meditazione di John Piper

…per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. (Efesini 2:7) 


A parer mio, l’immagine più sorprendente nella Bibbia della seconda venuta di Cristo si trova in Luca 12:35-37, che parla del ritorno di un padrone dalla festa di nozze: 

“I vostri fianchi siano cinti e le vostre lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli appena giungerà e busserà. Beati quei servi che il padrone, arrivando, troverà vigilanti! In verità io vi dico che egli si rimboccherà le vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.” 

In questo passo siamo chiamati servi – e non c’è dubbio che significhi che dobbiamo fare esattamente come ci viene detto. Ma la meraviglia di questa raffigurazione è che il “padrone” insiste per “servire” anche nell’era che verrà, quando apparirà in tutta la sua gloria “con gli angeli della sua potenza, in un fuoco fiammeggiante” (2 Tessalonicesi 1:7-8). Ma perché?

Perché il punto centrale della sua gloria è la pienezza della grazia che straripa in benevolenza verso coloro che sono nel bisogno. Perciò, il suo obiettivo è quello di “mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù” (Efesini 2:7).

Cosa sappiamo della maestà del nostro Dio? E cosa possiamo dire della sua unicità nel mondo? Isaia risponde così: “Mai si era udito, mai orecchio aveva sentito dire, mai occhio aveva visto che un altro dio, all’infuori di te, agisse in favore di chi spera in lui” (Isaia 64:4).